Allenare alla Vita

La Sfida Educativa del Terzo Millennio 

Riflessioni dalla conferenza di Alberto Pellai 

Il 3 febbraio alle 20:45 , la Pastorale Giovanile Diocesana , in collaborazione con il labOratorio dei Talenti , ha organizzato un incontro con il dott. Alberto Pellai per riflettere su un tema di cruciale importanza: l’ emergenza educativa che coinvolge le nuove generazioni. Oggi più che mai, ci troviamo di fronte a una realtà allarmante, in cui i giovani faticano a trovare una direzione, a costruire la propria identità e a immaginare il futuro con fiducia. Come possiamo, noi adulti, aiutarli a “allenarsi alla vita”? 

Viviamo un’epoca in cui la crescita e lo sviluppo dei giovani stanno subendo profonde trasformazioni. L’educazione, un tempo caratterizzata da un percorso naturale di scoperta e sfida, è oggi ostacolata da una serie di dinamiche che impediscono ai ragazzi di costruire un’identità solida e un senso di sé proiettato nel futuro. 

Ma cosa è accaduto? Perché parliamo di emergenza educativa? 

Genitori stremati e la felicità a tutti i costi 

I genitori di oggi si trovano intrappolati in una dinamica pericolosa: il bisogno di soddisfare ogni desiderio dei figli all’istante. L’educazione, un tempo orientata a preparare i ragazzi alla vita indipendente, si è trasformata in un sistema che privilegia la gratificazione immediata. 

In passato, la felicità non era un obiettivo genitoriale da garantire nell’immediato. I ragazzi uscivano di casa, si confrontavano con il mondo, affrontavano sfide e difficoltà insieme ai coetanei. Oggi, invece, assistiamo a una generazione ansiosa, intrappolata tra la paura di sbagliare e l’incapacità di immaginare il proprio futuro con fiducia. 

Un cambiamento epocale nel rapporto tra giovani e adulti 

Fino a pochi decenni fa, la crescita tra gli 11 e i 20 anni si caratterizzava per il naturale conflitto tra giovani desiderosi di esplorare il mondo e adulti impegnati a mettere “briglie” per canalizzare le energie nella giusta direzione. Oggi, invece, la spinta esplorativa si è spostata dal mondo reale a quello virtuale: i ragazzi trovano nel digitale la loro zona di comfort, riducendo il confronto con la realtà e la crescita che ne deriverebbe. 

Gli effetti sulla salute mentale dei ragazzi 

Dal punto di vista fisico, i giovani di oggi godono di migliori condizioni di salute: sono più protetti, meno esposti a incidenti e meglio curati. Tuttavia, gli indicatori di salute mentale dipingono un quadro preoccupante: 

  • Aumento dell’ansia 
  • Crescita dei fenomeni di autolesionismo 
  • Incremento del ritiro sociale 
  • Scarsa capacità di immaginare il proprio futuro 

Per crescere, è fondamentale sentirsi capaci di affrontare l’ignoto senza certezze assolute. Serve ottimismo, autoefficacia e speranza . Tuttavia, la generazione attuale oscilla costantemente tra il desiderio di proiettarsi nel futuro e il timore paralizzante di compiere passi avanti. 

La paura di sbagliare e il ruolo dell’adulto 

Dove i ragazzi hanno imparato che bisogna essere perfetti per crescere? La paura dell’errore è diventata un freno enorme. Il compito dell’adulto non è evitare gli errori, ma aiutare a comprenderli e affrontarli, senza sostituirsi ai ragazzi nelle difficoltà. 

Un tempo, quando un giovane sbagliava, l’adulto lo correggeva e poi tornava alle proprie attività. Oggi, invece, molti genitori intervengono continuamente, risolvendo i problemi al posto dei figli e impedendo loro di affrontare la fatica della crescita. Sempre più spesso, il compito di educare viene delegato agli psicologi, ai quali si chiede di dire ai ragazzi ciò che un tempo avrebbero dovuto trasmettere i genitori e gli educatori. 

L’allenamento alla vita e il valore del sacrificio 

Un allenatore non ha come obiettivo primario quello di rendere felice l’atleta: il suo compito è allenarlo, farlo faticare, esigere impegno e costanza. Solo attraverso la fatica si genera passione. 

Qui entra in gioco il concetto di sacrificio , inteso non come privazione, ma come il “rendere sacro” qualcosa, dandogli valore attraverso l’impegno. Oggi, invece, si vive nella cultura della gratificazione istantanea, che porta a evitare qualsiasi difficoltà. 

Il cambiamento epocale dell’educazione: dal 2012 tutto è diverso 

Negli ultimi dieci anni, i luoghi della crescita si sono trasformati radicalmente. La crisi della salute mentale giovanile è strettamente legata all’avvento degli smartphone, che hanno modificato il modo di vivere l’adolescenza. Prima del 2010, l’immersione nel mondo reale era totale; oggi, invece, i giovani vivono in un continuo stato di ibridazione tra reale e virtuale, con profonde conseguenze: 

  • Deprivazione di sonno , con effetti negativi sulla stabilità emotiva 
  • Deprivazione sociale , con sempre meno occasioni di incontro reale  
  • Frammentazione dell’attenzione , che compromette la capacità di apprendimento 
  • Dipendenza digitale , che altera il funzionamento del cervello 

Inoltre, emergono fenomeni come la crescente paura dell’amore, la tendenza a evitare relazioni sentimentali per timore delle sofferenze, e l’impatto negativo dei videogiochi, che attivano circuiti di gratificazione immediata, rendendo difficile il ritorno alla realtà. 

Riscoprire il ruolo dell’adulto come allenatore alla vita 

L’educazione non può essere delegata agli psicologi o ai dispositivi digitali. Dobbiamo riscoprire il nostro ruolo di allenatori alla vita, fornendo ai ragazzi strumenti concreti per affrontare il mondo reale, senza paura dell’ignoto e senza cercare gratificazioni immediate.

Come possiamo farlo? 

  • Promuovendo esperienze reali e non solo digitali  
  • Stimolando il contatto sociale autentico e il confronto tra pari   
  • Aiutando i ragazzi a tollerare l’errore e la fatica 
  • Coltivando la speranza e l’ottimismo 

Il labOratorio dei Talenti nasce proprio con questa missione: offrire ai giovani un luogo di crescita, confronto e scoperta, in cui possano allenarsi alla vita con il sostegno di adulti presenti e consapevoli.

Investire nell’educazione oggi significa costruire il futuro di una società più forte, più resiliente e più umana. Siamo pronti ad accettare questa sfida?